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Lavoratore dipendente e partita iva: la guida definitiva.

 

lavoratore dipendente e partita iva

Sei un lavoratore dipendente ma stai pensando di fare il grande salto e aprire la partita iva?

Ti piacerebbe  mantenere – almeno per il momento-  il tuo posto di lavoro da dipendente?

Bene, allora sei nel posto giusto!

Se ti trovi in questa situazione sono certo che hai diverse domande, ad esempio:

  • E’ sempre possibile per un dipendente aprire la partita iva?
  • Che tipo di partita iva mi conviene aprire?
  • E i contributi Inps? C’è modo di non pagarli?

Ti consiglio di leggere quest’articolo fino in fondo perché, oltre a rispondere a queste domande, ti mostrerò tutti i passi che devi compiere se hai deciso di aprire la partita iva e conservare il tuo posto di lavoro.

Inoltre ti spiegherò come evitare gli errori più comuni, come devi comportarti con il tuo datore di lavoro e soprattutto come non farti schiacciare dalle tasse e dai contributi Inps.

Bello, vero?

Lavoratore dipendente e partita iva: 3 passi per non sbagliare

Siccome l’interesse per quest’argomento è molto diffuso, ho deciso di dedicargli ben due articoli.

Il motivo è che non esiste una guida universale che vada bene per tutti, ma cambia a seconda del tipo di dipendente che sei, cioè:

  • Dipendente pubblico

oppure

  • Dipendente privato.

Se fai parte della prima categoria, ti consiglio di leggere l’articolo che ho scritto appositamente per i dipendenti pubblici .

In quest’articolo, invece, ho deciso di chiudere il cerchio affrontando il discorso dal punto divista dei dipendenti privati.

Sei pronto?

Partiamo!

Perché un lavoratore dipendente dovrebbe aprire la partita iva?

In oltre 10 anni di attività come commercialista ho scoperto che i motivi che spingono un lavoratore dipendente ad aprire la partita iva sono sostanzialmente due.

  • Il lavoro da dipendente non ti piace.

Una delle leve principali al desiderio di mettersi in proprio è appunto l’insoddisfazione.

Magari è colpa dello stipendio che non ti consente lo stile di vita che desideri.

Magari è l’ambiente di lavoro a non piacerti, i rapporti con i colleghi o con il tuo capo, oppure hai semplicemente una passione che non riesci a sviluppare in quel contesto.

Sono questi i casi in cui germoglia il desiderio di aprire la partita iva e di iniziare un’attività in proprio in cui poter essere il capo di te stesso e di portare avanti TUOI progetti.

Spesso chi si trova in questa situazione non se la sente di licenziarsi da un giorno all’altro (giustamente) e perciò decide di iniziare un’attività in parallelo a quella da dipendente e poi vedere come vanno le cose.

  • Il lavoro da dipendente non è più sicuro.

Il secondo motivo è diventato molto di moda a causa della crisi economica: il lavoro dipendente non è più sicuro.

Fino al 2007 chiunque aveva un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato poteva considerarsi “sistemato” e salvo casi eccezionali avrebbe mantenuto il proprio posto fino alla pensione, se lo desiderava.

Oggi non è più così.

Intendiamoci, non è che il lavoro a tempo indeterminato sia scomparso, anzi.

Semplicemente è stato svuotato dalla sua caratteristica più attraente: la sicurezza.

Oggigiorno l’aver firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato non ti protegge dal fallimento o dalla chiusura della tua impresa (magari perché decide di trasferirsi all’estero dove il costo del lavoro è un decimo che in Italia).

Questa presa di coscienza ha spinto molti dipendenti a pensare di iniziare un’attività in proprio magari cercando di valorizzare quelle professionalità che hanno acquisito in anni di lavoro.

Come aprire la partita iva mentre sei un lavoratore dipendente

I dati parlano chiaro e lasciano poco spazio ai dubbi.

Il numero dei dipendenti che negli ultimi anni ha deciso di aprire la partita iva è in forte aumento.

Se però hai letto il mio primo articolo sui dipendenti pubblici sai già che non è sempre possibile.

Infatti in alcuni casi è vietato dalla legge, ai dipendenti pubblici, avviare un’attività in proprio.

Fortunatamente per i dipendenti privati le cose sono diverse.

Che cosa significa?

Significa che a un lavoratore dipendente “privato” non è mai impedita per legge l’apertura della partita iva.

E’ però possibile che ci sia nel contratto di lavoro una clausola in cui si vieti questa possibilità.

E’ un’ipotesi rara, ma comunque sia, vale la pena come prima cosa leggere il contratto di lavoro per verificare che sia tutto ok.

Probabilmente ti starai domando:

Quindi, una volta verificato il contratto posso aprire la partita iva senza problemi?

Piano.. non così veloce.

Hai mai sentito parlare del divieto di concorrenza ?

No? Allora rimediamo subito!

Devi sapere che la legge impone al dipendente l’obbligo di fedeltà nei confronti del suo datore di lavoro.

Rifletti un attimo con me.

Ti rendi conto vero che come dipendente hai accesso a informazioni, notizie, documenti, nomi dei clienti ecc. che ti renderebbero “semplice” fargli una concorrenza sleale?

Bene, per tutti questi motivi è vietato a un dipendente iniziare un’attività che sia in concorrenza con quella del datore di lavoro.

Probabilmente ti starai chiedendo:

E se l’attività che voglio iniziare non c’entra nulla con quella del mio datore di lavoro. Posso andare tranquillo?

Certo, ma nonostante questo io consiglio a tutti i miei clienti (in verità li costringo proprio…) ad informare il datore di lavoro.

Lo ripeto, non è obbligatorio.

Ma è un comportamento corretto e prudente perché con un piccolo sforzo ti mette al riparo da possibili problemi futuri.

E’ sufficiente che mandi una mail in cui gli comunichi l’intenzione di aprire la partita iva  e spieghi in due righe quella che sarà l’attività che andrai a fare, tranquillizzandolo che non è in concorrenza con la sua e che sarà svolta fuori dall’orario di lavoro.

Tutto qui, niente di complicato come vedi.

 

Lavoratore dipendente e partita iva

Contributi INPS: quanto deve pagare chi è già un lavoratore dipendente

Questo è in assoluto l’argomento più critico.

Se c’è una cosa che spaventa (giustamente) tutti i dipendenti che decidono di aprire la partita iva sono proprio i contributi INPS.

Vediamo di capire in quali casi sono da pagare e in quali casi no.

Iniziamo sfatando un mito: è assolutamente irrilevante se il tuo contratto di lavoro è a tempo determinato o indeterminato.

Quello che fa la differenza è il tipo di attività che andrai a svolgere.

Vediamo insieme le 2 alternative.

  • Attività libero professionali

Si tratta, giusto per fare qualche esempio pratico di freelance, consulenti e i professionisti senza Albo.

In questo caso è sempre obbligatorio iscriversi all’Inps (nella gestione separata) e versare i contributi sull’utile realizzato.

La cosa positiva è che non ci sono contributi fissi e quindi pagherai in proporzione a quanto guadagni.

Se non guadagni nulla non dovrai pagare niente.

  • Attività d’impresa

Qui dipende tutto da qual è il tuo orario di lavoro.

Se sei un dipendente full time, ad esempio, sei nella situazione ottimale.

In questo caso, infatti, non sei tenuto ad iscriverti all’Inps e pertanto non dovrai pagare i contributi.

Il motivo è che i contributi Inps li stai già pagando come dipendente.

Se invece sei un dipendente part time le cose si “complicano“ un pochino.

La ragione è che non esiste una regola ma è lasciato tutto a discrezione dell’Inps che decide caso per caso.

Vediamo di capire meglio quest’ultimo concetto.

Innanzitutto è bene chiarire che tutti quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo parziale sono considerati  PART TIME

Se ad esempio il tempo pieno nel tuo settore è 40 ore settimanali e tu hai un contratto da 39 ore, sei considerato part time.

Quello che devi fare in questi casi è inviare una semplice richiesta scritta all’Inps in cui dici:

“Cara Inps, io lavoro come dipendente xx ore alla settimana presso la ditta PincoPalla e ho aperto la partita iva come….Ti chiedo pertanto di esonerarmi dal pagamento dei contributi Inps.

 

Solitamente accolgono le domande di chi lavora almeno 26 ore settimanali ma la certezza matematica non c’è.

CONCLUSIONI

Eccoci ai saluti.

In quest’articolo ti ho condensato tutto quello che devi sapere se hai deciso di aprire la partita iva e mantenere il posto da dipendente.

Chiaramente in poche righe non è possibile entrare troppo nel dettaglio ed analizzare tutti i casi e le eccezioni che ci possono essere.

Ad ogni modo sono convinto che già solo l’applicazione di questi spunti pratici ed applicabili immediatamente possano darti un grande vantaggio ma  soprattutto farti evitare gli errori più comuni.

Detto questo la strada per chi decide di mettersi in proprio è ancora lunga…

I problemi sono tanti e il rischio di commettere errori  o di fare semplicemente la scelta meno conveniente è alto.

Se vuoi evitare gli errori e avere la certezza di fare le scelte migliori per te allora CLICCA sul pulsante qui sotto e vai subito a vedere GRATIS il mio videocorso su come Aprire La Partita Iva in Italia senza commettere errori e senza farti schiacciare dalle tasse e dai contributi!

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Alla prossima!

 

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Matteo Camurri

Laureato in Economia e Commercio. Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti. Fondatore del primo e unico studio di Commercialisti in Italia specializzato nella Creazione d'impresa. Con questo Blog condivido la mia esperienza per aiutare imprenditori e professionisti ad avviare la loro attività nel modo più Veloce e Sicuro. Sposato con Roberta e padre di Mattia.
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