Stai pensando di aprire la Partita Iva ma i Contributi INPS che dovrai pagare ti spaventano?
Ok, allora sei nel posto giusto!
Con questo articolo voglio aiutarti a capire in modo SEMPLICE e PRATICO come funziona il pagamento dei contributi INPS per chi apre la Partita Iva.
Leggendo questo post troverai tutte quelle informazioni essenziali che ti permetteranno sia di evitare ERRORI, sia di risparmiare TEMPO e SOLDI.
Non conoscerle è a tuo rischio e pericolo!
Sei pronto?
Iniziamo!
Contributi INPS Partita Iva : tutto quello che devi sapere.
Negli ultimi anni sono sempre di più le persone che decidono di aprire la partita Iva e di avviare un’attività in proprio.
Una delle principali motivazioni è proprio la crisi economica.
La questione non riguarda soltanto quelli che non riescono a trovare un lavoro e vedono nell’apertura della partita Iva un’alternativa alla disoccupazione.
Ultimamente sono molti i lavoratori dipendenti che, rendendosi conto che il loro posto di lavoro non è poi così sicuro, iniziano a valutare l’idea di avviare una propria attività.
I tempi del “posto fisso a vita”, in cui si poteva pensare di essere assunti da un’azienda e di restarci fino alla pensione, sono ormai morti e sepolti.
Per carità, i contratti a tempo indeterminato li fanno ancora, ma non sono più sicuri come una volta: oggi il dipendente condivide con l’imprenditore il rischio d’impresa.
Se ti trovi in questa situazione non puoi perderti il mio video-corso 100% GRATUITO in cui ti svelo il metodo PASSO PASSO per aprire la Partita Iva in Italia senza commettere errori e senza farti schiacciare dalle tasse e dai contributi!”
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Ma veniamo a noi.
Uno dei maggiori ostacoli che si trova ad affrontare chi sta valutando l’idea di aprire la Partita Iva è rappresentato dalle famigerate TASSE.
In più di dieci anni di professione ho imparato che le persone, in procinto di mettersi in proprio, sono letteralmente terrorizzate dalle tasse che dovranno pagare.
A questo proposito vorrei provare a tranquillizzarti almeno un po’.
Se da una parte è vero che la tassazione italiana è una delle più alte, dall’altra dobbiamo considerare che, almeno fino ad oggi, non ti viene chiesto di pagare più di quanto guadagni..
Quindi, almeno nella fase iniziale, il mio consiglio è di concentrarti sui RICAVI: avrai tempo di preoccuparti delle tasse dopo.
A pensarci bene però, vi è un’eccezione a quanto ti ho appena detto.
C’è infatti un caso in cui le tasse possono addirittura superare i redditi.
È il caso dei Contributi INPS.
Contributi INPS: In quali casi possono superare il tuo reddito.
Questo tributo non è mai stato molto gradito a noi italiani.
Oggi però lo è ancora meno, visto che tra i giovani è ormai un luogo comune dire:
“a noi la pensione non la daranno mai”.
Capisci quindi che pagare i contributi OGGI senza la speranza di poter godere, DOMANI, di una benché minima pensione è una prospettiva poco allettante.
Ed è proprio ciò di cui ti parlerò in questo articolo.
Se stai pensando di aprire la Partita Iva voglio aiutarti a fare definitivamente chiarezza su questo argomento.
Iniziamo dal capire: SE, QUANTO e QUANDO dovrai pagare i contributi previdenziali relativi alla tua nuova attività.
Partiamo dal primo punto, che è anche il più facile.
L’obbligo di versare i contributi Inps interessa tutti coloro che svolgono un’attività in proprio, nessuno escluso.
Se decidi di aprire la Partita Iva devi fartene una ragione, l’INPS verrà a bussare alla tua porta chiedendoti quanto gli spetta.
“Sì, ma quanto devo pagare?”
Questo dipende dal tipo di attività che svolgi.
Le attività imprenditoriali si possono raggruppate in 4 grandi categorie:
- Artigiani
- Commercianti
- Lavoratori autonomi “senza cassa”
- Professionisti con cassa autonoma.
Vediamo nel dettaglio come funziona per ciascuna di queste categorie.
Partiamo da:
Contributi Inps per Artigiani e Commercianti
Cerchiamo innanzitutto di capire chi rientra in queste due categorie facendo alcuni esempi.
Sono artigiani coloro che esercitano personalmente un’attività che ha come scopo la produzione di beni o di servizi. Per fare qualche esempio sono artigiani gli idraulici, gli elettricisti, i falegnami, i gelatai, i pasticceri, gli estetisti, i massaggiatori, i fotografi ecc…
Sono invece commercianti tutti coloro che acquistano e vendono beni di consumo, mobili, immobili oppure svolgono attività di servizi, (agenti di commercio, promotori finanziari ecc.)
Per quantificare con esattezza l’ammontare dei contributi previdenziali che queste due categorie di imprenditori devono versare allo Stato, dobbiamo introdurre un concetto fondamentale.
Ci sono due tipologie di contributi:
- Contributi fissi
- Contributi a percentuale
1) Contributi fissi
Il termine “fissi” non è stato messo a caso.
Significa che vanno pagati sempre, indipendentemente da quanto guadagnerai.
Nel 2023 gli artigiani devono versare obbligatoriamente €4.208 di contributi, mentre per i commercianti l’importo è di € 4.292
A questo punto ti anticipo.
Conosco già la domanda che mi stai per fare.
“Quindi se io guadagno solo 1.000 € ne devo pagare più di 4.200 € di contributi? Lo Stato mi chiede più di quanto incasso?!?!? Ma sei sicuro?!?!?”.
Purtroppo si, sono sicuro!
E sinceramente non mi sembra il modo migliore per incoraggiare i giovani (e non solo loro) ad iniziare un’attività.
O forse mi sbaglio?
Ma non divaghiamo e torniamo a noi.
INPS e Partita Iva: quando si pagano i contributi
Il pagamento dei contributi fissi deve essere fatto in 4 rate entro il:
- 16 maggio
- 20 agosto
- 16 novembre
- 16 febbraio (dell’anno successivo)
Come ti ho già anticipato, i contributi fissi sono dovuti da tutti, indipendentemente dal reddito.
Se però il tuo reddito è superiore ad € 17.504 i contributi fissi non saranno gli unici che dovrai pagare.
Infatti, nel caso in cui superi questo limite, ai contributi fissi si aggiungono i contributi a percentuale.
2) Contributi a percentuale
Questa tabella ti dovrebbe aiutare a capire a quanto ammontano.
REDDITO ARTIGIANO COMMERCIANTE Da € 17.504 fino a € 52.190 24% 24,48% Oltre a € 52.190 25% 25,48%
Come puoi vedere, se il tuo reddito supera i € 17.504, dovrai versare (solo sulla parte di reddito in più) un contributo pari al 24% se sei un artigiano e al 24,48% se sei un commerciante.
Nel “malaugurato” caso in cui il tuo reddito superi la soglia di € 52.190 la percentuale sale al 25% (sempre e solo per la parte di reddito che lo supera) e al 25,48% rispettivamente per gli artigiani e i commercianti.
Ok ok, ho capito…
Facciamo alcuni esempi per chiarire meglio!
INPS e Partita Iva: come si calcolano i contributi da pagare
Esempio n.1
Marco ha iniziato l’attività di idraulico (ARTIGIANO) a gennaio 2023.
Il suo reddito alla fine dell’anno ammonta ad €12.000
Marco, dovrà “semplicemente” versare i 4 contributi fissi dato che il suo reddito è inferiore ad € 17.504.
Esempio n.2
Se, invece, il reddito annuo di Marco sarà di 27.000€, non dovrà versare solo € 4.208 di contributi fissi.
Sul reddito che supera i € 17.504, pari a € 9.496 € (27.000 – 17.504) pagherà il 24% di contributi a percentuale, per un importo di € 2.279.
Il totale dei contributi dovuti da Marco sarà quindi 4.208 + 2.279 =€ 6.487.
Esempio n.3
Supponiamo ora che Marco abbia realizzato un reddito annuo di € 67.000 .
Oltre ai contributi fissi (€4.208), sul reddito che supera i € 17.504 e fino a €52.190 , pari cioè a € 34.686 (52.190– 17.504) pagherà il 24% di contributi a percentuale, equivalente a un importo di € 8.325.
Sul reddito che va da € 52.190 a € 67.000 cioè € 14.810 , pagherà il 25 %, per un importo di €3.702.
Il totale dei contributi dovuti da Marco sarà quindi 4.208+ 8.325 + 3.702 = € 16.235 €.
Massimali contributivi.
Fortunatamente i contributi a percentuale hanno un tetto massimo sul quale si applicano (cosiddetto massimale).
Nel 2023 questo limite è di € 113.520 €.
La quota del reddito che supera questa cifra è ESENTE da contributi.
Chiariamo meglio con un esempio.
Esempio n.4
Prendiamo ancora il caso di Marco e ipotizziamo che il suo reddito a fine anno sia di 130.000 €. Dovrà quindi versare:
- contributi fissi
- contributi a percentuale su 96.016 €, che corrispondono alla differenza tra e 113.520 e 17.504 €.
Pertanto, oltre i 113.520 € il reddito è esente dai contributi.
Termini di versamento dei contributi a percentuale.
I contributi a percentuale, a differenza di quelli fissi, devono essere versati in due sole tranche:
- 30 giugno
- 30 novembre
Lavoratori Autonomi “senza cassa” Previdenziale
I lavoratori autonomi che iniziano un’attività e sono sprovvisti di Cassa Previdenziale (come ad esempio i freelance, i consulenti d’impresa, i professionisti senza Albo), sono tenuti ad iscriversi alla GESTIONE SEPARATA INPS e al pagamento dei relativi contributi.
L’aliquota per il 2023 è pari al 26,23 % da applicare al reddito effettivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.
- Il lato positivo è che non ci sono contributi FISSI, ma si paga solo in percentuale al reddito e quindi, se guadagni poco, paghi poco.
- Il lato negativo è che se non raggiungi un reddito di € 17.504 l’INPS non ti accrediterà un anno di contributi validi ai fini della pensione.
Il tetto oltre al quale non si applicano i contributi è di 113.520 € (massimale).
Vediamo il tutto con un esempio:
Esempio n.5
Roberta, freelance, ha aperto la Partita Iva a febbraio del 2023.
Se alla fine dell’anno il suo reddito sarà pari a 17.000 €, dovrà versare 4.459 € di contributi.
Professionista Con Cassa Autonoma
Le considerazioni che abbiamo appena fatto non si applicano ai professionisti che hanno una loro cassa di previdenza.
Qualche esempio? Avvocati, geometri, farmacisti, architetti…
La maggior parte delle professioni ha una propria cassa di previdenza e le regole del gioco cambiano dall’una all’altra.
Nel caso in cui non sia presente una cassa di previdenza (come ad esempio per i consulenti aziendali), vengono applicate le regole dei lavoratori autonomi senza cassa.
Contributi INPS e Regime Forfettario
Non tutti sanno che nel regime forfettario c’è la possibilità beneficiare di una riduzione dei contributi INPS da pagare.
Questa agevolazione però non è automatica ma deve essere richiesta espressamente.
Vuoi sapere come fare?
Ti spiego tutto nell’articolo dedicato ai contributi INPS nel regime forfettario dove trovi anche tutte le indicazioni sui pagamenti dei contributi previdenziali con la Partita IVA agevolata.
Cosa succede se non si pagano i contributi Inps?
Purtroppo, non è una eventualità così remota.
La crisi economica ha messo in difficoltà moltissime imprese.
Vuoi sapere cosa succede in questi casi?
In pratica, dopo qualche mese dal mancato versamento dei contributi Inps, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (ex EQUITALIA) invia una cartella esattoriale con l’importo non pagato dei contributi Inps maggiorato di sanzioni e interessi.
Dopodiché sarà necessario rivolgersi preso gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate per saldare il debito, anche a rate.
Partita IVA senza pagare i Contributi INPS: è possibile?
Il pagamento dei Contributi INPS è la spesa più temuta per coloro che stanno pensando di mettersi in proprio.
Infatti, una delle domande che ricevo più spesso è proprio:
È possibile aprire la Partita Iva senza pagare i Contributi Inps?
La buona notizia è che in alcuni casi si può.
Vuoi sapere quali sono?
Allora ti consiglio di non perderti il mio articolo in cui spiego in quali casi è possibile Aprire la Partita Iva senza pagare l’INPS.
Agevolazioni Inps per chi apre la partita Iva
Purtroppo, non ci sono grandi agevolazioni per chi decide di aprire la Partita Iva e mettersi in proprio, almeno per quanto riguarda i contributi Inps.
L’unica disponibile te la svelo in questo articolo: Regime Forfettario e Contributi Inps: la guida definitiva
Contributi Inps Partita Iva: un BONUS per te
In questo articolo ti ho illustrato le modalità di pagamento dei contributi INPS per chi ha la Partita Iva.
Ci siamo concentrati sulle imprese individuali, che rappresentano i 2/3 delle imprese italiane.
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A presto.
Matteo Camurri
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