Stai pensando di aprire la Partita Iva ma ti spaventano le tasse da pagare?
Bene, allora sei nel posto giusto!
In quest’articolo ti rivelerò la mia formula segreta in due passi, con la quale ho risolto definitivamente a tutti i miei clienti il problema delle tasse da pagare alla fine del primo anno di attività.
Ti consiglio di prestare molta attenzione perché si tratta di informazioni fondamentali che non puoi assolutamente ignorare se vuoi avere successo con la tua nuova impresa.
Sei pronto? Si comincia!
Partita Iva e Tasse: perché rischi di rimanere schiacciato
A chi non è mai capitato di sentire qualcuno che diceva:
“Mi ha appena telefonato il commercialista! Ho 11.000 euro di tasse da pagare entro la fine della prossima settimana … ti rendi conto?!?!“
Gli importi chiaramente cambiano da caso a caso.
Quello che resta sempre uguale è la disperazione di chi ha ricevuto la telefonata.
E spesso i più colpiti sono proprio quelli che hanno aperto la partita iva da poco tempo.
Vediamo di capire perché succede tutto questo e come puoi evitare che accada anche a te.
Per farlo utilizzerò un caso pratico: Francesca, 31 anni, consulente di web marketing.
Francesca ha aperto la Partita Iva a febbraio del 2021. La Web Agency per cui lavorava come dipendente ha chiuso nel 2020 – causa Covid- e quindi Francesca, rimasta disoccupata, ha deciso di avviare un’attività tutta sua.
Il primo appuntamento di Francesca con le tasse da pagare è fissato per l’anno successivo all’apertura della partita iva, vale a dire a giugno 2022.
Per semplicità ipotizziamo che Francesca, alla fine del primo anno, realizzi un reddito netto di 24.000 euro.
Il reddito netto corrisponde ai ricavi realizzati da Francesca meno le spese .
Il reddito netto è l’importo su cui si calcolano le tasse da pagare.
A giugno del 2022 Francesca dovrà pagare:
- 4.900 euro di Irpef,
- 430 euro di Irap e
- 5.900 euro di Contributi Inps.
Probabilmente starai pensando:
“Ma è una follia, è quasi il 50% del suo reddito…!”
E il “bello” è che non è finita qui..
Vediamo insieme perché.
Partita Iva e Tasse: La follia dell’acconto
Francesca ancora non lo sa, ma a giugno del 2022 ( periodo in cui si pagano le tasse ) l’attende una sgradita sorpresa: gli acconti sulle tasse.
Devi sapere che allo Stato Italiano non sono sufficienti le tasse sul reddito dell’anno appena concluso, il 2021 nel nostro caso, ma pretende un anticipo su quelle dell’anno in corso, il 2022, che sarebbero da pagare solo l’anno seguente, il 2023.
E sai a quanto ammonta l’acconto?
Al 100% delle tasse da pagare per il 2021!
Il che, tradotto in pratica, significa che Francesca dovrà sborsare ulteriori 5.200 euro di Irpef, 530 euro di Irap e 6.650 euro di Contributi Inps.
Sì, funziona proprio così. Francesca dovrà pagare allo Stato le tasse su redditi che non ha ancora incassato..
E tutto questo alla fine del suo primo anno di attività.
Purtroppo non è difficile immaginare quanto tutto questo sia particolarmente pesante per chi inizia.
Già le tasse che abbiamo in Italia sono altissime se poi ci aggiungiamo quelle su redditi futuri e non ancora incassati…è finita!
Il perché di questa follia tutta italiana è molto semplice: lo Stato ha bisogno di soldi.
Se ti fermi a riflettere un secondo ti renderai conto che non ha alcun senso una legge che impone di pagare le tasse su un reddito non ancora incassato.
Non se i d’accordo?
Immagino cosa stai pensando…
Ok Matteo, quindi mi stai dicendo che aprire la partita iva in Italia è un suicidio?
Senza la giusta preparazione assolutamente si!
Tuttavia se da un lato non si può negare che qui da noi le tasse da pagare siano alte, dall’altro lato se ti organizzi bene, puoi riuscire a gestire la cosa nel modo migliore ed evitare che ti travolga.
Vuoi sapere come fare?
E’ giunta l’ora di svelarti la mia formula segreta in due passi con la quale sono riuscito ad aiutare i miei clienti ad affrontare il problema delle tasse da pagare.
Sei pronto?
Partita Iva e Tasse: La mia formula segreta
Passo n° 1: Sguardo fisso sul bilancio.
La prima cosa che faccio è tenere COSTANTEMENTE sotto controllo il bilancio della loro attività.
Se fossi un mio cliente, infatti, ti preparerei ogni mese un bilancio di previsione della tua impresa.
Vuoi sapere perché?
I motivi sono due:
- verificare mensilmente se la tua attività è in UTILE o in PERDITA,
- darti la possibilità, in caso di UTILE, di spendere i tuoi soldi per far crescere il tuo business e non solo per pagare le tasse..
Vediamo di capire meglio quest’ultimo punto.
Come ti ho spiegato all’inizio dell’articolo le tasse da pagare si calcolano sul reddito netto (che si ottiene togliendo dai ricavi realizzati le spese sostenute, ricordi? ).
Se tu scopri qual è il tuo reddito netto parecchi mesi dopo la fine dell’anno è facile intuire che non potrai farci più nulla…
Se invece questo dato lo tieni costantemente sotto osservazione durante tutto l’anno, le cose cambiano decisamente.. e a tuo vantaggio!
In oltre 10 anni di attività come commercialista ho sentito decine imprenditori dire:
“Se solo avessi saputo prima che avevo tutte queste tasse da pagare, avrei investito quei soldi per la mia attività…”.
Sai cosa ti dico? Che ai miei clienti questo non capita.
Il motivo è che il bilancio della loro attività è sempre aggiornato e insieme pianifichiamo il modo più intelligente e proficuo di gestire la situazione (ad esempio facendo investimenti strategici).
In molti casi la semplice applicazione di questa regola è sufficiente a ridurre le tasse da pagare fino al 69%, in modo assolutamente legale!
Passo n°2: Gioca d’anticipo.
Il secondo passo consiste nel prevedere, con la massima precisione possibile, quante tasse avrai da pagare..
Il mio studio lo fa per tutti entro il 31 gennaio
Il motivo è che vogliamo dare ai nostri clienti diversi mesi di tempo per pianificare le uscite e quindi evitare di trovarsi in difficoltà con i fondi a giugno.
Come avrai capito il problema delle tasse da pagare alla fine del primo anno di attività si risolve al 99% con un’attenta pianificazione durante l’anno.
Il problema è che solitamente questo non accade..e le persone “scoprono” quanto devono pagare solo pochi giorni prima della scadenza…
Innanzitutto ci tengo a precisare che non considero meritevole di chiamarsi commercialista chiunque non curi questi due aspetti:
- Spiegare in modo chiaro al proprio cliente ciò di cui ti ho parlato in quest’articolo;
- Comunicare con largo anticipo ai propri clienti l’importo delle tasse da pagare.
Ma comunicare non è sufficiente.
Occorre assicurarsi che il cliente capisca al 100%!
La pianificazione delle tasse da pagare è un aspetto fondamentale e non può essere trascurato perché rischia di compromettere il successo di una nuova impresa.
Rimango stupito tutte le volte che sento la storiella del commercialista che avverte all’ultimo minuto il suo cliente con le tasse da pagare.
Quello che gli chiedo ogni volta è: “Ma come… non lo sapevi?”
E la risposta che mi danno è sempre uguale:
“Assolutamente no! Sapevo che a giugno ci sono le tasse da pagare, ma il mio commercialista non mi ha mai avvisato che avrei pagato così tanto!”.
Come avrai capito chi decide di aprire la partita iva deve stare molto attento.
Soprattutto nei primi anni di attività il rischio di commettere errori è altissimo.
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Alla prossima!
Matteo Camurri
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