Stai pensando di aprire la partita iva come infermiere ma ti spaventano le tasse e la burocrazia?
Allora sei nel posto giusto!
In questo articolo ti chiarirò tutti i dubbi e le domande che ti assillano.
Ho scritto una vera e propria guida definitiva sull’argomento “Infermieri e Partita Iva”.
Sei pronto?
Iniziamo!
Aprire la partita Iva o Prestazione occasionale?
Per prima cosa chiariamo un concetto a cui tengo molto.
Negli ultimi cinque anni ho fatto tantissime battaglie contro i blog e i siti che danno consigli sbagliati in campo fiscale.
Il mio obiettivo era quello di riuscire a spiegare in modo semplice e inequivocabile come stanno veramente le cose.
Una delle BUFALE più famose e ricorrenti è quella del limite dei 5.000 euro..
Non so se lo sai, ma fino a poco tempo fa tutti erano convinti che non era necessario aprire la Partita Iva se guadagnavi meno di 5.000 euro in un anno.
Probabilmente questa leggenda metropolitana l’hai sentita anche tu.
Devi sapere che è assolutamente falso!
Non esiste alcun limite di reddito che esoneri dall’obbligo di aprire la Partita Iva.
In nessun caso.
Questo in sostanza significa due cose:
- se hai un giro d’affari annuo che supera i 5.000 euro non sei automaticamente obbligato ad aprire la Partita Iva,
- se guadagni meno di 5.000 euro all’anno non è detto che tu non debba aprire la Partita Iva.
Quindi i ricavi non sono in nessun caso un parametro di riferimento per capire se devi aprire la Partita Iva oppure no.
I fattori che devi tenere in considerazione sono due e si riferiscono entrambi alle modalità con cui viene svolta l’attività.
E sono:
- abitualità
- continuità
Come ho già spiegato in questo articolo non esiste una definizione UFFICIALE a questi due concetti e quindi è necessario “interpretarli” in base ai singoli casi.
Per venirti in aiuto, ti posso dire che un’attività è considerata ABITUALE e CONTINUATIVA se viene svolta con regolarità.
In questo caso la Partita Iva va per forza aperta.
Altrimenti si può evitare di farlo e continuare a usare le prestazioni occasionali.
Aprire la partita iva come infermiere in 3 passi
Aprire la Partita Iva è un passo che spaventa molti, ma in sostanza è un adempimento semplice ed economico: ti basta compilare un modulo e il gioco è fatto.
Quello che le persone sottovalutano invece sono tutte le scelte da fare per compilare quel modulo in modo corretto.
Si tratta di scelte abbastanza complesse.
E il problema principale è che se commetti degli errori puoi avere dei problemi in seguito.
Vuoi sapere quali sono i 3 passi fondamentali se vuoi aprire la partita iva come infermiere senza commettere errori?
Eccoli:
- scelta del codice ATECO,
- trovare il regime fiscale più conveniente,
- scelta del corretto regime contributivo
Partiamo dal primo punto:
Partita Iva Infermieri: quale codice ATECO conviene scegliere?
Te lo dico tra un attimo.
Non voglio tenerti sulle spine, ma prima ci tengo a chiarire un aspetto importante.
Molti sottovalutano la scelta del codice ATECO perché non sanno una cosa fondamentale:
le leggi fiscali in Italia non sono uguali per tutti, ma variano in base alla tipologia di contribuente.
E con l’attribuzione del codice ATECO tu stai scegliendo a quale tipologia di contribuente apparterrai.
Ecco perché si tratta di una decisione molto importante.
Purtroppo, la maggior parte dei neo-imprenditori sottovaluta questa scelta.
Per tua fortuna però il lavoro “sporco” l’ho già fatto io per te.
Quindi se stai pensando di iniziare la libera professione come di infermiere, il codice ATECO più adatto a te è il 86.90.29
Fatto questo, andiamo avanti e vediamo:
Quale regime fiscale scegliere?
Scegliere il migliore regime fiscale è un altro aspetto molto delicato.
Se commetti un errore puoi rimetterci tanti (ma tanti) soldi.
Tra l’altro, l’introduzione del regime forfettario ha causato non poca confusione tra i neo-imprenditori.
Ci tengo a precisare che non ho nulla contro questo regime fiscale. Al contrario, lo ritengo estremamente utile per un tipo ben preciso di imprenditore.
Però non è adatto a tutti.
Come probabilmente saprai, il regime forfettario può essere scelto solo se hai determinati requisiti.
Tuttavia, non è detto che se li hai, questo regime sia automaticamente perfetto per te.
Credimi, ci sono tantissimi neo-imprenditori che hanno sprecato migliaia di euro perché, mal consigliati, lo hanno scelto pensando che fosse la cosa migliore.
Il loro ragionamento in teoria non fa una piega: se posso sceglierlo allora è sicuro che mi conviene.
Ma in pratica non è così.
Il regime fiscale va scelto in base alle condizioni personali e a come si vuole organizzare la propria attività. In questo caso non si può generalizzare.
Per aiutarti in questa scelta, ho creato un test che ti permetterà di scoprire quale regime è più conveniente per te.
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I contributi previdenziali da infermiere
Una volta che hai aperto la Partita Iva come infermiere sei tenuto ad iscriverti all’ENPAPI e a versare i contributi previdenziali che ti garantiranno – si spera – una pensione in futuro.
Vediamo a quanto ammontano questi contributi.
Per l’anno 2022, l’ENPAPI prevede che gli infermieri iscritti paghino un contributo soggettivo, pari al 16% del reddito professionale netto (fatturato meno i costi). Il contributo minimo da versare è di 1.600 euro.
Vediamo un paio di esempi.
Esempio 1
Marco infermiere nel 2022 fattura 4.000 euro e sostiene dei costi per 1.500 euro.
Il reddito professionale netto è pertanto di 2500 euro.
Il 16% di 2.500 euro è 400 euro.
Marco è comunque tenuto a pagare il minimo annuale pari a 1.600 euro.
Esempio 2
Marco infermiere nel 2022 fattura 40.000 euro e sostiene dei costi per 15.000 euro.
Il reddito professionale netto è pertanto di 25.000.
Il 16% di 25.000 euro è 4.000 euro.
Marco deve quindi pagare 4.000 euro di contributi soggettivi.
I contributi per chi lavora con le prestazioni occasionali
Non so se lo sai ma L’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica (ENPAPI) ha delle regole particolari per chi non ha aperto la partita iva ma usa le prestazioni occasionali.
Per quasi tutte le altre categorie professionali c’è l’obbligo di versare i contributi solo se si superano i 5.000 euro di prestazioni occasionali, ma per gli infermieri non è così.
Gli infermieri devono sempre versare i contributi all’ENPAPI, indipendentemente da quanto si guadagna (quindi anche se incassi solo 200 euro).
Questo in pratica sta a significare che se fai prestazioni occasionali devi comunque iscriverti all’ENPAPI.
Ma i problemi non finiscono qui.
Sai come si fa a pagare questi contributi quando fai le prestazioni occasionali?
La norma prevede che te li trattenga il committente (cioè la persona per cui svolgi la prestazione).
Quindi se fai prestazioni occasionali ad enti o ad aziende non hai nessun problema, perché ci pensano loro a farti la trattenuta.
Un privato (cioè una persona senza partita iva) invece non può farti la trattenuta e quindi la prestazione occasionale non è consentita e devi necessariamente aprire la Partita Iva.
Purtroppo, è una normativa abbastanza atipica e sono in tanti a non averla compresa fino in fondo.
Aprire la Partita Iva come infermiere: Bonus.
In questo articolo ho riassunto le principali regole che devi tenere a mente se vuoi aprire la Partita Iva per svolgere l’attività di infermiere come libero professionista.
Gli argomenti che ho affrontato sono una rappresentazione PERFETTA del Principio di Pareto 80/20.
Cosa intendo dire?
Che le informazioni che ti ho dato in questo articolo sono il 20% che ti permetteranno di ottenere l’80% dei risultati.
Tuttavia non si esaurisce tutto qui…
Ci sono tanti altri aspetti da considerare:
- come progettare in concreto la tua attività?
- quale forma giuridica scegliere?
- come richiedere eventuali finanziamenti a fondo perduto?
Pensi che sia tutto troppo complicato?
Non ti preoccupare.
Se vuoi aprire la Partita Iva come infermiere ed essere sicuro di non commettere errori, allora ho una bella sorpresa per te.
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Matteo Camurri
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