Passare da dipendente a Partita Iva non è per nulla facile.
In particolare c’è un errore molto diffuso che commette chi apre la Partita Iva dopo aver fatto il dipendente.
Quindi se sei un dipendente oppure lo sei stato e stai pensando di aprire la partita iva, ti consiglio di non perderlo perché, oltre a svelarti qual è questo errore, ti insegnerò come evitarlo.
Iniziamo?
Passare da dipendente a Partita iva
Se mi segui da un po’ di tempo sai bene che il mio Studio non accetta come clienti le imprese già avviate, e sai anche il perché.
Se invece è la prima volta che capiti sul mio blog, sono certo che quest’articolo ti chiarirà il motivo di questa scelta apparentemente controintuitiva.
La settimana scorsa, però, ho dovuto fare un’eccezione.
Vuoi sapere come mai?
Perché esiste una categoria di persone chiamata “parenti” alla quale è impossibile dire di no.
Dico bene?
Il responsabile di questo mio “strappo alla regola” si chiama Franco ed è il fratello maggiore di mia moglie.
Devi sapere che durante una cena tra amici, Franco, ha dovuto sopportare le continue lamentele dell’amico Paolo nei confronti del suo commercialista.
A dire la verità più che di semplici lamentele, si trattava di veri e propri insulti..
E quindi Franco, esasperato da questa piagnisteo senza fine, ha avuto la brillante idea di dirgli:
Ma perché non vai a parlare con mio cognato che è commercialista?! Vedrai che lui ti risolve tutti i problemi!!
Per cui, non avendo altra scelta, qualche giorno fa ho deciso di incontrarlo.
Alle 10 del mattino arriva nel mio studio Paolo con il bilancio della sua impresa individuale aperta un paio di anni fa, dopo aver fatto 10 anni di esperienza come dipendente, insieme al conteggio delle tasse da pagare compilato dal suo commercialista.
Inutile che ti racconti di quanto Paolo fosse incavolato.. non soltanto perché l’importo che doveva pagare era alto, ma anche – e soprattutto – perché lui quei soldi non li aveva..
Convinto al 100% che il suo commercialista abbia sbagliato tutto, tra imprecazioni varie mi chiede se posso verificare i conteggi.
Mi è bastato dare una rapida occhiata al bilancio per rendermi conto di essere di fronte a una bella aziendina.
Certo, non si trattava di una multinazionale, ma il fatturato era buono, i costi in linea, il ricarico che applica pure, e il 70% dei KPY (Key Performance Indicators), ossia gli indici che di solito utilizzo per monitorare l’andamento dell’attività dei miei clienti, erano a posto.
A questo punto passo a controllare il prospetto delle tasse da pagare.
Anche qui, nulla di anomalo: a parte un paio di imprecisioni del suo commercialista che una volta sistema avrebbero abbassato le tasse da pagare di circa 300 €, era tutto ok.
Quindi, contrariamente a quanto sosteneva Paolo, non c’è nulla di completamente errato.
Il problema invisibile
Paolo si lamentava soprattutto del fatto che il suo commercialista non si era “visto” per tutto l’anno e poi, di punto in bianco se ne era uscito con una cifra così alta di tasse da pagare…il tutto senza alcun preavviso!
Ma il suo cruccio principale era :
“Io tutti questi soldi non li ho… È possibile che mi chiedano una cifra così alta? Maledizione a quando ho deciso di aprire la Partita Iva!”.
A questo punto, inizio a fargli un po’ di domande per cercare di capire meglio la situazione dal punto di vista finanziario.
Per prima cosa ho verificato che non ci fossero molti crediti da riscuotere.
Ma anche qui, niente. Fatturava e incassava regolarmente.
A questo punto mi viene un sospetto.. e gli chiedo:
“A quanto ammonta lo stipendio che lei si dà ogni mese?”.
Lui inizia ad irrigidirsi:
“Perché me lo chiede? Credo, circa 1.900 euro… Ma lo sa che lavoro 13 ore al giorno, sabato compreso?”.
Ahi… quando i clienti si mettono sulla difensiva è un brutto segno.
Allora continuo ad indagare:
“Ne è proprio sicuro? Effettua un unico prelievo mensile di 1.900 euro dal conto della sua ditta e lo versa sul suo conto personale?”.
“Sì, no… beh… circa…”.
Al che, dopo un po’ di domande in stile inquisitorio, viene fuori che i prelievi non sono uno, ma diversi.
Quanti? Dipende dalle esigenze personali.
E il totale, lo sai alla fine a quanto ammonta? Ad una media di 3.100 euro al mese…
3.100 euro al mese erano decisamente troppi.
Quantomeno per la sua azienda.
Proprio non poteva permetterselo…
I rischi di chi passa da dipendente a Partita Iva.
Sfortunatamente, chi decide di passare da dipendente a partita IVA si imbatte spesso in questo problema: tende a confondere il reddito dell’impresa con quello personale.
Il motivo è che essendo abituati a ricevere un netto “spendibile”, non pensano di doversi preoccupare delle tasse sul loro “stipendio”.
Ma chiunque abbia letto almeno una volta nella sua vita una busta paga sa bene che lo stipendio lordo è ben diverso da quello netto.
E chi paga la differenza tra il lordo e il netto? La risposta è semplice: il datore di lavoro.
E adesso che hai deciso di aprire la Partita Iva e sei diventato imprenditore, chi è il tuo datore? La risposta è ancora più semplice: sei tu, naturalmente!
Se gestisci un’impresa individuale o una società senza considerare quest’aspetto, stai pur certo che presto o tardi andrai incontro a seri problemi (anche se il tuo business prospera).
Ma questo accade non per una scarsa capacità del neo-imprenditore, ma semplicemente perché nessuno spiega loro in modo chiaro come comportarsi per evitare questi problemi.
La verità è che nessuno si prende la briga di dare le informazioni fondamentali su come si gestisce una partita iva.
E poi le stesse persone si stupiscono se un’impresa su due fallisce nei primi 3 anni di attività…
Se sei nuovo sul mio blog avrai sicuramente intuito perché il mio studio ha scelto di non seguire chi ha già un’impresa avviata.
Perché spesso bastano solo un paio di anni di attività per compromettere un’impresa.
Parti senza la giusta assistenza e con l’arrivo dei primi problemi inizi ad accumulare debiti …e in men che non si dica non riesci più ad uscirne.
La soluzione definitiva al problema.
- Come si può risolvere questo problema?
- Come si può evitare di cadere nel classico errore di chi decide di aprire la Partita Iva dopo aver fatto il dipendente?
A costo di sembrarti presuntuoso ti devo dire che questo ai nostri clienti non succede, MAI.
Perché?
Semplicemente perché gli risolviamo i problemi prima che si verificano.
In che modo?
Rendendo semplice ciò che invece è complicato.
Devi sapere che i nostri clienti, in qualunque momento dell’anno, sono in grado di conoscere con precisione qual è la cifra che hanno a disposizione, ovvero l’importo che possono tranquillamente spendere senza il rischio di incorrere in questi problemi.
In parole povere, effettuiamo una stima di quanto l’imprenditore (o i soci se si tratta di una società) può permettersi di prelevare dal conto aziendale come stipendio mensile.
E questo risolve i problemi di chi, dopo aver deciso di aprire la Partita Iva, finisce con il trovarsi senza i soldi per pagare l’Iva, i contributi o le tasse in genere.
Passare da dipendente a Partita Iva: Videocorso Gratis!
Io sono assolutamente convinto che gli imprenditori siano la chiave della ripresa della nostra economia.
Ma da soli non ce la possono fare…
Per raggiungere il successo hanno bisogno di essere seguiti adeguatamente soprattutto nei primi anni di attività.
Non sempre, però, i neo-imprenditori si rendono conto di questa esigenza e per cercare di risparmiare (cosa che è comprensibile nella fase iniziale del business) si affidano a consulenti generalisti che non sono assolutamente in grado di aiutarli.
E ciò si rivela presto un grosso problema per le loro attività.
Questo è il motivo per cui il nostro studio, a differenza di tutti gli altri, non offre servizi generici per ogni tipo di attività, settore e situazione aziendale ma è SPECIALIZZATO esclusivamente nel supportare le imprese durante la loro nascita.
E grazie a questa scelta i nostri clienti ottengono i migliori risultati, in modo rapido, semplice ed efficace.
Insomma, vogliamo fare la nostra parte per aiutare i neo-imprenditori a far prosperare la loro attività, dando così – pur nel nostro piccolo- un contributo attivo alla ripresa dell’economia italiana.
Cosa ne pensi?
Conosci qualcuno che si è trovato in questa situazione?
Scrivilo nei commenti qui in basso!
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Alla prossima!
Matteo Camurri
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