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Contributi INPS e partita Iva: la guida definitiva.

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Stai pensando di metterti in proprio? Sei spaventato dai contributi INPS che dovrai pagare?

Ok, allora sei nel posto giusto!

Con questo articolo voglio aiutarti a capire in modo SEMPLICE e PRATICO come funziona il pagamento dei contributi INPS per chi apre la partita Iva.

Leggendo questo post troverai tutte quelle informazioni essenziali che ti permetteranno sia di evitare ERRORI, sia di risparmiare TEMPO e SOLDI.

Non conoscerle è a tuo rischio e pericolo!

Sei pronto?

Iniziamo!

Contributi INPS e partita Iva : tutto quello che devi sapere.

Negli ultimi anni sono sempre di più le persone che decidono di aprire la partita Iva e di avviare un’attività in proprio.

Una delle principali motivazioni, almeno a partire dal 2008, è proprio la crisi economica.

La questione non riguarda soltanto quelli che non riescono a trovare un lavoro e vedono nell’apertura della partita Iva un’alternativa alla disoccupazione.

Ultimamente sono molti i lavoratori dipendenti che, rendendosi conto che il loro posto di lavoro non è poi così sicuro, iniziano a valutare l’idea di avviare una propria attività.

I tempi del “posto fisso a vita”, in cui si poteva pensare di essere assunti da un’azienda e di restarci fino alla pensione, sono ormai morti e sepolti.

Per carità, i contratti a tempo indeterminato li fanno ancora, ma non sono più sicuri come una volta: oggi il dipendente condivide con l’imprenditore il rischio d’impresa.

Se ti trovi in questa situazione ti consiglio di scaricare la mia guida completa per aprire la Partita Iva con i 7 errori da non commettere.

Scarica GRATIS!

 

Ma veniamo a noi.

Uno dei maggiori ostacoli che si trova ad affrontare chi sta valutando l’idea di aprire la Partita Iva è rappresentato dalle famigerate TASSE.

In più di dieci anni di professione ho imparato che le persone, in procinto di mettersi in proprio, sono letteralmente terrorizzate dalle tasse che dovranno pagare.

A questo proposito vorrei provare a tranquillizzarti almeno un po’.

Se da una parte  è vero che la tassazione italiana è una delle più alte, dall’altra dobbiamo considerare che, almeno fino ad oggi, non ti viene chiesto di pagare più di quanto guadagni..

Quindi, almeno nella fase iniziale, il mio consiglio è di concentrarti sui RICAVI: avrai tempo di preoccuparti delle tasse dopo.

A pensarci bene però, vi è un’eccezione a quanto ti ho appena detto.

C’è infatti un caso in cui le tasse possono addirittura superare i redditi.

È il caso dei contributi INPS.

Perché e in quali casi i Contributi INPS posso superare il tuo reddito

Questo tributo non è mai stato molto gradito a noi italiani.

Oggi però lo è ancora meno, visto che tra i giovani è ormai un luogo comune dire:

 “a noi la pensione non la daranno mai”.

Capisci quindi che pagare i contributi OGGI senza la speranza di poter godere, DOMANI, di una benché minima pensione è una prospettiva poco allettante.

Ed è proprio ciò di cui ti parlerò in questo articolo.

Prima di continuare ti chiedo di aiutarmi a diffondere il mio blog facendo click sul pulsante MI PIACE qui sotto. A te costa un solo secondo, mentre per me ha molto valore!

Se stai pensando di aprire la Partita Iva voglio aiutarti a fare definitivamente chiarezza su questo argomento.

Iniziamo dal capire: SE, QUANTO e QUANDO dovrai pagare i contributi previdenziali relativi alla tua nuova attività.

Partiamo dal primo punto, che è anche il più facile.

L’obbligo di versare i contributi interessa tutti coloro che svolgono un’attività in proprio, nessuno escluso.

Se decidi di aprire la Partita Iva devi fartene una ragione, l’INPS verrà a bussare alla tua porta chiedendoti quanto gli spetta.

“Sì, ma quanto devo pagare?”

Questo dipende dal tipo di attività che svolgi.

Le attività imprenditoriali si possono raggruppate in 4 grandi categorie:

  • Artigiani
  • Commercianti
  • Lavoratori autonomi "senza cassa"
  • Professionisti con cassa autonoma.

Vediamo nel dettaglio come funziona per ciascuna di queste categorie.

Partiamo da:

 ARTIGIANI E COMMERCIANTI

Cerchiamo innanzitutto di capire chi rientra in queste due categorie facendo alcuni esempi.

Sono artigiani  coloro che esercitano personalmente un'attività che ha come scopo la produzione di beni o di servizi. Per fare qualche esempio sono artigiani gli idraulici, gli elettricisti, i falegnami, i gelatai, i pasticceri, gli estetisti, i massaggiatori, i fotografi ecc…

Sono invece commercianti tutti coloro che acquistano e vendono beni di consumo, mobili, immobili oppure svolgono attività di servizi, (agenti di commercio, promotori finanziari ecc.)

Per quantificare con esattezza l’ammontare dei contributi che queste due categorie di imprenditori devono versare allo Stato, dobbiamo introdurre un concetto fondamentale.

Ci sono due tipologie di contributi:

  • Contributi fissi
  • Contributi a percentuale

contributi inps e partita iva

1) Contributi fissi

Il termine “fissi” non è stato messo a caso.

Significa che vanno pagati sempre, indipendentemente da quanto guadagnerai.

Nel 2017 gli artigiani devono versare obbligatoriamente € 3.669  di contributi, mentre per i commercianti l’importo è di € 3.683.

A questo punto ti anticipo.

Conosco già la domanda che mi stai per fare.

“Quindi se io guadagno solo 1.000 € ne devo pagare più di 3.600 € di contributi? Lo Stato mi chiede più di quanto incasso?!?!? Ma sei sicuro?!?!?”.

Purtroppo si, sono sicuro!

E sinceramente non mi sembra  il modo migliore per incoraggiare i giovani (e non solo loro) ad iniziare un’attività.

O forse mi sbaglio?

Ma non divaghiamo e torniamo a noi.

Il pagamento dei contributi fissi deve essere fatto in 4 rate entro il:

  1. 16 maggio
  2. 21 agosto
  3. 16 novembre
  4. 16 febbraio (dell’anno successivo)

Come ti ho già anticipato, i contributi fissi sono dovuti da tutti, indipendentemente dal reddito.

Se però il tuo reddito è superiore ad  € 15.548 i contributi fissi non saranno gli unici che dovrai versare.

Infatti, nel caso in cui superi questo limite, ai contributi fissi si aggiungono i contributi a percentuale.

2) Contributi a percentuale

Questa tabella ti dovrebbe aiutare a capire a quanto ammontano.

REDDITO ARTIGIANO COMMERCIANTE
Da € 15.549 fino a € 46.123 23,55% 23,64%
Oltre a € 46.123 24,55% 24,64%

Come puoi vedere, se il tuo reddito supera i € 15.548 , dovrai versare (solo sulla parte di reddito in più) un contributo pari al 23,55% se sei un artigiano e al 23,64% se sei un commerciante.

Nel “malaugurato” caso in cui il tuo reddito superi la soglia di € 46.123, la percentuale sale al 24,55% (sempre e solo per il reddito che lo supera) e al 24,64% rispettivamente per gli artigiani e i commercianti.

Ok ok, ho capito…

Facciamo alcuni esempi per chiarire meglio!

Esempio n.1

Marco ha iniziato l’attività di idraulico (ARTIGIANO) a gennaio 2017.

Il suo reddito alla fine dell’anno ammonta ad €12.000

Marco, dovrà “semplicemente” versare i 4 contributi fissi dato che il suo reddito è inferiore ad € 15.548.

Esempio n.2

Se, invece, il reddito annuo di Marco sarà di 27.000€, non dovrà versare solo € 3.669 di contributi fissi.

Sul reddito che supera i € 15.548, pari a € 11.452 €  (27.000 - 15.548) pagherà il 23,55% di contributi a percentuale, per un importo di € 2.697.

Il totale dei contributi dovuti da Marco sarà quindi 3.669 + 2.697 =€  6.366

Esempio n.3

Supponiamo ora che Marco abbia realizzato un reddito annuo di € 67.000 .

Oltre ai contributi fissi (€ 3.669 ), sul reddito che supera i € 15.548 e fino a € 46.123, pari cioè a € 30.575 (46.123 – 15.548) pagherà il 23,55% di contributi a percentuale, equivalente a un importo di € 7.200.

Sul reddito che va da € 46.124 a € 67.000 cioè € 20.876 , pagherà il 24,55 %, per un importo di € 5.125.

Il totale dei contributi dovuti da Marco sarà quindi 3.669 + 7.200 + 5.125 = € 15.994 €.

Massimali contributivi.

Fortunatamente i contributi a percentuale hanno un tetto massimo sul quale si applicano (cosiddetto massimale).

Nel 2017 questo limite è di € 76.872 €.

La quota del reddito che supera questa cifra è ESENTE da contributi.

Chiariamo meglio con un esempio.

Esempio n.4

Prendiamo ancora il caso di Marco e ipotizziamo che il suo reddito a fine anno sia di 130.000 €. Dovrà quindi versare:

  • contributi fissi
  • contributi a percentuale su 61.324 €, che corrispondono alla differenza tra e 76.872 e 15.548 €.

Pertanto, oltre i 76.872 € il reddito è esente dai contributi.

Termini di versamento dei contributi a percentuale.

I contributi a percentuale, a differenza di quelli fissi, devono essere versati in due sole tranche:

  • 30 giugno
  • 30 novembre

LAVORATORI AUTONOMI “SENZA CASSA” PREVIDENZIALE

I lavoratori autonomi che iniziano un’attività e sono sprovvisti di Cassa Previdenziale (come ad esempio i freelance, i consulenti d’impresa, i professionisti senza Albo), sono tenuti ad iscriversi alla GESTIONE SEPARATA INPS e al pagamento dei relativi contributi.

L’aliquota per il 2017 è pari al 25,72% da applicare al reddito effettivo risultante dalla dichiarazione dei redditi.

  • Il lato positivo è che non ci sono contributi FISSI, ma si paga solo in percentuale al reddito e quindi, se guadagni poco, paghi poco.
  • Il lato negativoè che se non raggiungi un reddito di € 15.548 l’INPS non ti accrediterà un anno di contributi validi ai fini della pensione.

Il tetto oltre al quale non si applicano i contributi è di 100.324 € (massimale).

Vediamo il tutto con un esempio:

Esempio n.5

Roberta, freelance, ha aperto la Partita Iva a febbraio del 2017.

Se alla fine dell’anno il suo reddito sarà pari a 17.000 €, dovrà versare 4.372 € di contributi.

PROFESSIONISTI CON CASSA AUTONOMA

Le considerazioni che abbiamo appena fatto non si applicano ai professionisti che hanno una loro cassa di previdenza.

Qualche esempio? Avvocati, geometri, farmacisti, architetti…

La maggior parte delle professioni ha una propria cassa di previdenza e le regole del gioco cambiano dall’una all’altra.

Nel caso in cui non sia presente una cassa di previdenza (come ad esempio per i consulenti aziendali), vengono applicate le regole dei lavoratori autonomi senza cassa.

CONCLUSIONI

In questo articolo, ti ho illustrato le modalità di pagamento dei contributi INPS per le imprese individuali, che rappresentano i 2/3 delle imprese italiane.

A questo punto ho una notizia buona e una cattiva.

Prima la cattiva?

  • Lo Stato, oltre a pretendere il saldo dei contributi, vuole anche gli acconti.

Vuoi capire meglio di cosa si tratta?

In quest’articolo ti spiego cosa intendo quando parlo del paradosso dell’acconto.

E infine quella buona:

  • Per i contribuenti che iniziano un’attività e scelgono il nuovo regime forfettario avranno diritto ad una riduzione del 35% dei contributi Inps da pagare.

Ma di questo ti parlerò in dettaglio in uno dei prossimi post.

Intanto, ti consiglio di scaricare SUBITO la mia guida gratuita in cui puoi trovare tutto ciò che ti serve sapere per aprire la partita Iva senza commettere errori.

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Matteo Camurri

Laureato in Economia e Commercio. Iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti. Fondatore del primo e unico studio di Commercialisti in Italia specializzato nella Creazione d'impresa. Con questo Blog condivido la mia esperienza per aiutare imprenditori e professionisti ad avviare la loro attività nel modo più Veloce e Sicuro. Sposato con Roberta e padre di Mattia.
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